Letture e riletture


22.6.05
Recensione inviata da Elisa Bolchi
Virginia Woolf, The Voyage Out
Come regola e consiglio generale trovo decisamente preferibile leggere un autore in ordine cronologico. È bello osservarne la crescita, l'evoluzione stilistica, le riflessioni sul mondo che diventano via via più mature, più scarne, perché a forza di rosicchiare è davvero giunto al nocciolo della questione che lo interessa. Ma quest'opera prima di Virginia Woolf va letta alla fine. Solo alla luce di una conoscenza profonda dell'autrice si potrà cogliere come in questo primo romanzo giovanile la Woolf avesse già tracciato il percorso preciso della sua evoluzione artistica e umana. Così come era solita pianificare meticolosamente il proprio lavoro (i suoi diari ce ne danno ampia testimonianza), aveva saputo pianificare tutto ciò che avrebbe scritto e vissuto.
The Voyage Out narra di un gruppo di inglesi che intraprende un lungo viaggio in mare per trascorrere una vacanza nel Sud America. Durante la traversata vengono caricati, per un breve tragitto, i coniugi Dalloway, e così facciamo la prima conoscenza con Clarissa e Richard Dalloway, che rincontreremo una decina d'anni più tardi nel ben più celebre romanzo. Che Clarissa fosse già figura dominante nei pensieri dell'autrice risulta chiaro dall'influenza che ella ha su ogni singolo personaggio, ma in particolar modo su Rachel, che scopriremo protagonista (come sempre nei suoi romanzi, solo dopo parecchie pagine iniziamo a conoscere i personaggi, ma non è così anche nella vita?). Clarissa, con il suo amore per Richard (che pure sente già lontano, al quale chiede quella figlia che ancora non hanno e che ritroveremo quasi adulta nel romanzo successivo), la sua freschezza e la sua diversità, apre gli occhi alla giovane Rachel su un mondo possibile che ella ignorava perché tenuta dal padre nell'ignoranza di una fanciullezza protrattasi troppo a lungo. Salutati i Dalloway e giunti a destinazione, il padre di Rachel ripartirà per l'Europa, affidando la figlia ai parenti della defunta moglie, gli Ambrose.
Qui il romanzo si anima di altre figure e personaggi, fra una casa coloniale dove vivono gli Ambrose e un albergo poco lontano che ospita le persone che cambieranno la vita di Rachel. La compagnia deciderà di intraprendere un viaggio per risalire il fiume e visitare un villaggio di indigeni, e questo viaggio sarà occasione per il giovane Terence Hewet, uno degli ospiti dell?albergo, di dichiararsi a Rachel, che accettando la proposta di matrimonio avrà modo di scoprire ad una ad una tutte le emozioni dell'amore. Ma pochi giorni dopo il loro rientro, Rachel si ammala di febbri e muore. Il romanzo si conclude con i distratti commenti degli ospiti dell'albergo, profondamente dispiaciuti ma anche, in fondo, come sempre accade, profondamente estranei alla vicenda. E di Terence, della signora Ambrose, del loro dolore, nulla ci viene descritto, rendendolo così incommensurabile.
È già visibile la capacità dell'autrice di creare un mondo per poi narrarlo a volo d'angelo, spirando come un vento nelle loro menti. Il movimento della narrazione ha ancora qualcosa di naturalistico: parte da una visione d'insieme per focalizzarsi poi sulla coppia di amanti, Rachel e Terence: non per descriverne l'amore, quanto piuttosto per analizzare in dettaglio i loro intensi e complessi sentimenti. E i dialoghi dei due giovani sono il capolavoro dell'opera, lasciando intravedere la finezza e l'arte dell'analisi psicologica che l'autrice avrebbe poi perfezionato. Terence è scrittore, sta scrivendo un romanzo sul silenzio; Rachel, illetterata a causa del padre (ancora una volta Virginia non manca di sottolineare l'enorme torto fattole dal padre nel precluderle l'università), è un'ottima pianista. I due si scambiano quindi reciproche emozioni sul modo di percepire la realtà dal punto di vista dell'indagine letteraria o dell'immediatezza della passione musicale. La Woolf userà anche il giovane progressista per abbozzare alcune idee che prenderanno forma più concreta nei suoi saggi successivi (Terence riflette su come gli uomini abbiano il diritto a "Una Stanza tutta per sé" dove lavorare e studiare, mentre le donne devono pensare a dar da mangiare alle galline).
Anche la tecnica del tunnelling è già riscontrabile, nei discorsi slegati degli ospiti dell'albergo che arrivano alle orecchie di Terence o dell'amico intellettuale St John, influenzando e indirizzando i loro pensieri.
Ma è la follia di Rachel nel delirio delle febbri con quell'incubo della morte per acqua l'elemento che fa più rabbrividire il lettore che conosce la vita, e la morte, dell'autrice. Come nella sfera di vetro di una veggente, la Woolf fa vivere a Rachel in poche settimane quella che sarà la sua vita, fatta di deliri, di follia, di voci percepite e realtà distorte e per sfuggire a tutto ciò le fa sognare una liberatrice morte per acqua.
È un romanzo che resiste alla lettura, il lettore deve già cooperare, come gli avrebbe chiesto di fare più tardi l'autrice, ma alla fine si è lasciati con un senso di completezza sulla natura umana che appaga totalmente i sensi.
Elisa Bolchi



Recensione inviata da Saverio Fattori
Filippo Scozzari, Prima pagare poi ricordare, Coniglio Editore
Non è una recensione a freddo, è un bisogno fisico, un'urgenza che brucia: leggere Prima pagare poi ricordare è un dovere, il piacere che ne consegue arriva a ondate alterne.
È un'intelligenza scorbutica e feroce quella dello Scozzari, un'intelligenza con l'accento da qualche parte che adesso non ricordo, pura come si trova in natura, un'intelligenza cui tutto è permesso, e non si arrabbino i fan fumettari se la verità brucia e smonta e rimonta percorsi zigzaganti, le opere e la vita stessa di geniali menti intasate da debolezze e golosità varie.
Ed è questo lo sport acrobatico cui si dedica lo Scozzari nelle sue pagine, ti dice che lui aveva ben chiaro il concetto di cacao e quello di merda, ti scompone il genio, te lo rende umano, ti ribadisce che ci sono persone di talento e un sacco di ciglioni che tutto inquinano, perché anche la vita dei piccoli geni affonda nelle stesse quotidiane miserie nella stessa sporcizia dell'umanità media. È questa constatazione che rende inquieti i fan ImPazienti? L'intelligenza pura non può essere che anarchica e si pone in altra dimensione rispetto a correttezze politiche e lungi dall'erigere monumenti.
In origine a Scozzari era stata proposta dall'editore della prima edizione del libro Castelvecchi una semplice (semplice...) biografia non autorizzata su Andrea Pazienza, ma l'operazione è stata giustamente presa a pretesto per allargare la visione e contestualizzare la figura di Pazienza e di altri piccoli geni inquieti.
Non c'è una sola frase non necessaria nel libro, deflagrazioni a catena, elettricità, è vita pura vomitata e ricomposta. La morte di Tamburini è una pagina alta di letteratura, devastante in assenza di enfasi, definitiva e gelida, una lezione da lui, fumettaro, a tanti scrittori giallisti inutili, da sola inserita tra pagine bianche basterebbe a giustificare il libro, il prezzo di copertina.
Perfino l'elenco finale di aneddoti da spizzicare a fine pasto ti fa rimpiangere anni esplosivi quanto dispersivi a gente come me, gente del '67, davvero arrivati alla frutta, con vaghi ricordi di riviste come Il Male o Frigidaire, Cannibale, inciampati su albi fichetti con tavole strariciclate (a proposito, ma quanto mi sta sul cazzo l'editore de Il Grifo?) dell'icona Pazienza e degli altri compagni di merende. Gente del '67 che si trova a rimpiangere non sanno nemmeno loro di preciso cosa, ma certo testimonianze lucide e intransigenti come questa aiutano a capire checcazzo ci siamo persi, perché qualcosa ci siamo persi. Di sicuro.
Si parte da un appartamento di via Clavature, è la Bologna del '77, dal nucleo originario della Traumfabrik (Scozzari, Pazienza), poi a Milano Scozzari incontrerà la "colonna romana", nascono collaborazioni che coinvolgeranno tra gli altri Liberatore, Tamburini (padri di Rank Xerox) e il giornalista romano Sparagna, direttore de Il Male, coagulante imprescindibile, bidello ispirato che negli anni a seguire terrà faticosamente a bada alunni indisciplinati e talentuosi apparentemente privi di calcoli e strategie che tengano conto della spietatezza di questo porco mondo. Prima di arrivare a Cannibale, Scozzari ha già pubblicato fumetti, per lo più di fantascienza, sotto pseudonimo su Alter e Linus.
Dalle frequentazioni bolognesi, i primi spazi occupati della zona universitaria e dall'osmosi con personaggi dalle identiche pulsioni interiori arrivano gli stimoli culturali che danno vita alla rivista Cannibale che prematuramente estinta germinerà in Frigidaire. Articoli di denuncia e controinformazione si alternano a fumetti dalla carica innovativa esplosiva, che spesso meglio delle parole sublimano in poche tavole situazioni e stati d'animo di quegli anni e in qualche modo prefigurano scenari futuri avvilenti: i cattivi odori degli anni '80 arrivano alle redazioni di queste riviste, Sparagna nei suoi articoli già parla del malaffare politico imprenditoriale che solo molti anni dopo prenderà forma nelle indagini del Pool della Procura di Milano o dei tabù imposti dai grandi Baroni della ricerca medico-scientifica. Fino alle intuizioni dello stesso Sparagna su Il Male, prime pagine de La Repubblica e de La Gazzetta dello Sport abilmente contraffatte che arrivano ben oltre le 100.000 copie vendute. Ugo Tognazzi capo delle BR, la foto dell'attore ammanettato tra due sbirri la tenevo da qualche parte, tra i miei flash adolescenziali. A pranzo in famiglia mio padre con la testa china sulla minestra a commentare: "Lo dicevo che era uno insospettabile...".
Ci si dibatte abilmente tra ironia e impegno, creatività personale e senso della tribù, liberando energie che davvero oggi si fatica a ritrovare. Scozzari alle presentazioni semplifica e rende tutto naturale.
Eravamo bravi, eravamo diversi, ci siamo messi insieme. Telepatia degli eventi.
Esperienze creative così estreme sono fatalmente votate all'estinzione, nascono già col virus a orologeria dell'autodistruzione, riprodotte all'infinito perderebbero forza, riproducendo gli stessi meccanismi che all'inizio del miracolo ci si proponeva di colpire al cuore.
Il libro di Scozzari sorprende in ogni pagina: una scrittura agile, brulicante di fatti persone e giudizi che a volte sono duri e sbrigativi, è comunque testimonianza attendibile di persona informata dei fatti, degna del massimo rispetto, poco accomodante, allergica a idealizzazioni e beatificazioni.
Pare ancora soffrire per le fatiche che la gestione delle riviste prevedeva: mica solo ispirazione, anche duro lavoro pratico cui qualcuno si sottraeva da fuoriclasse manina d'oro, preso a inseguire i propri fantasmi personali.
Un lucido delirio in cui il filo della narrazione non si perde mai, una lettura a tratti amara; poi ti sorprendi a ridere da solo come un demente per marachelle e aneddoti che sono cronaca di ordinaria follia metropolitana, tra piccole e grandi delusioni, grandi scazzi personali, scazzi di matrice politica, il tutto condito dall'eroina che ha tenuto in ostaggio una intera generazione.
Saverio Fattori



20.6.05
Recensione inviata da Alessandro Canzian
Massimiliano Parente, La macinatrice, Pequod, Ancona 2005
Chi ha pubblicato con l'editore Alberto Castelvecchi non resiste alla tentazione di ispirarsi a lui per qualche personaggio.
Nel suo Attenti al gorilla (1999), Sandrone Dazieri infilò il mondano editore "Castellini".
Nel racconto Benvenuti a 'sti frocioni (2000), i Wu Ming nominavano tale Roccasecca, "capitolino scopritore di talenti mancati".
In Occidente per principianti di Nicola Lagioia (2004), troviamo "l'editore trash-filosofico", con tanto di titoli pubblicati: Ufologia marxista, Storia sociale della Nutella...
Ora Massimiliano Parente pone al centro del suo La macinatrice "Giandomenico Torrenuova", editore di "libri effimeri e riviste trendy".
Il giochino ha stancato? Forse, ma continuate a leggere.
La macinatrice è un denso romanzo sessuo-complottologico, gioca coi generi, ne evoca le regole senza mai applicarle. Il sito porno che diviene vagina vivente e poi diviene mondo richiama il fantastico-gotico alla Matthew P. Shiel. Forte è anche l'influenza del genere conspiracy alla Robert A. Wilson.
Parente, 35 anni, ha scritto su "Il foglio", "Il giornale" e "Blue". È collaboratore fisso de "Il domenicale", settimanale fondato da Marcello Dell'Utri. È insomma chiaro da che parte stia. E allora? La stoffa di un narratore non c'entra col suo credo politico, ancorché discutibile. Esempio estremo: Borges ammirava Pinochet, ma chi dubita che fu un grande?
Parente non è Borges, ma è un bravo narratore, lavora sodo, lima le frasi con quella perizia "artigianale" oggi al centro di molte riflessioni. Dopo tre prove un po' opache ma non immeritevoli, Parente va oltre, incalza l'osceno in ogni sua espressione. Un libro ambizioso e di respiro, ennesima riprova che gli autori italiani osano.
Grazie a opere che negli anni hanno battuto la pista - Metallo urlante di Evangelisti, i thriller di Giuseppe Genna, 54 dei Wu Ming, fino al più recente Perceber di Colombati - oggi Pequod può offrirci un romanzo-universo, dove il voyeurismo esce dal salotto borghese per farsi dura materia mitopoietica.
Costruendo su questa base, in futuro Parente potrà fare grandi cose.
Alessandro Canzian



RISORSE
:: Antelitteram
:: Babelteka
:: Biblit
:: BNCF
:: Bookcrossing
:: Classici stranieri
:: De Bibliotheca
:: Google print
:: Il blog del Mestiere di Scrivere
:: il compagno segreto
:: Incipitario
:: Passepartout festival
:: Project Gutenberg
:: RaiLibro
:: Ti presto i miei libri
:: Wuz

:: Bloglines
:: Free deep linking
:: G-Mail
:: globe of blogs

:: aNobii
:: CuT'n'PaStE
:: Lessico da amare
:: Reti relazionali
:: Filter - B.A. 4.0
:: Zu, lessico dislessico
RIFERIMENTI

referer referrer referers referrers http_referer


:: Legàmi (Google) ::
:: Legàmi (Technorati) ::



Ricevi un avviso via e-mail
quando ci sono nuovi interventi in
Letture e riletture

inserisci tuo indirizzo e-mail

:: anteprima ::
grazie a FeedBlitz



TORNA SU

INTRECCI
Biblit ::
BrodoPrimordiale ::
contaminazioni ::
fogliedivite ::
Fragments of wishdom ::
Fuori dal coro ::
granepadane ::
Gruppo di lettura ::
Incipiterazioni ::
La Nonna Volante ::
La stanza di Phoebe ::
liberilibri ::
Libreria Ocurréncia ::
licenziamento del poeta ::
Marsilio black ::
preferireidino ::
Sbloggata ::
Skip intro ::
Taccuino di I.Massardo ::
Tequila ::
Tigro ::
Verba manent ::
vocenarrante ::
Zuccate ::
Zu, letture e riletture ::
Zu-ppa-zu-ppa--ppa ::





This page is powered by Blogger. Isn't yours?