Letture e riletture


22.2.04
Recensione inviata da Marco Di Porto
Paul Auster, Timbuctù (traduzione di Massimo Bocchiola per Einaudi)
Cosa c'è nell'aldilà? Per Willy, barbone letterato, poeta sgangherato con un passato da schizofrenico, dopo la morte c'è Timbuctù, luogo dove finalmente riposare la mente scombinata e fare finalmente pace col mondo. E anche per Mr Bones, l'amico a quattro zampe che lo ha accompagnato negli ultimi sette anni sulla strada, non può esserci che Timbuctù: Willy è gravemente malato, lo travolge con la sua logorrea senza sosta, e gli parla continuamente della morte e della pace che con essa giungerà. Quando Willy lascia, come annunciato sin dalla prima pagina, questo mondo, Mr Bones, sebbene non colto di sorpresa, ne rimarrà stravolto: come cavarsela da solo, dopo aver fedelmente servito un padrone che lo ha sempre trattato come un suo pari? Riuscirà ad abituarsi a una vita borghese, con tanto di cuccia e giardino ben curato, più agiata ma decisamente meno divertente dell'avventuroso passato on the road? E, soprattutto, gli sarà possibile sopravvivere alla perdita della persona più cara al mondo? L'elaborazione del lutto, nella psicologia del cane-uomo Mr Bones, sarà stretta tra la necessità di sopravvivere e l'enorme prostrazione di ritrovarsi, improvvisamente, solo.
La storia di questo cane molto, molto umano (capisce i discorsi, ragiona come un essere umano "imprigionato" in un corpo d'animale) è tenera, divertente, avvincente e scritta benissimo da Paul Auster, uno dei più apprezzati scrittori americani contemporanei, noto al grande pubblico per la famosa Trilogia di New York, per Mr Vertigo e Moon Palace, e per aver sceneggiato due film di successo (Smoke e Blue in the face, oltre a Lulù on the bridge, di cui ha curato anche la regia ma che è passato un po' in sordina). In Timbuctù Auster riesce ad esprimere i sentimenti e le emozioni in maniera profonda e realistica, mai banale, toccando corde segrete che lasciano il lettore soddisfatto, anzi, di più: beato. Auster dice tutto quel che serve, non lascia nulla in sospeso, costruisce la trama e i personaggi con magistrali tocchi di grande scrittura e riempie questo smilzo, godibilissimo romanzo breve di trovate memorabili. Da leggere tutto d'un fiato.
Marco Di Porto



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