Ermanno Olmi,
Ragazzo della BovisaUn raccontare che pare il tocco lieve di una mano grande e un po' ruvida sulla spalla di un ragazzo pudico ma dagli occhi sgranati sul mondo.
Un mondo che si svela poco a poco sul piano delle esperienze personali, tra affetti familiari e nuove conoscenze, per un quinquennio cruciale lungo il quale la Storia, irrompendo iraconda sullo sfondo del vivere e del morire, muta anche le geografie del protagonista, tra la casa in Bovisa, la colonia sul Lago Maggiore e la Treviglio campagnola.
La scrittura del vecchio regista si dipana con naturalezza e sobrietà, sapendo cogliere nel segno quando deve. Del cinematografico ha le virtù, mentre dispensa un'autenticità plurisensoriale, riuscendo così a far vivere dinamicamente le scene e trasmettendone nel contempo il valore intimo.
Giulio Pianese, ovvero
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pubblicato da Giulio Pianese alle 17:29