Letture e riletture |
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30.4.08
Contributo di Anna N. Yorick, La corte dei miracoli Disponibile PDF liberamente scaricabile / Acquistabile in cartaceo su web (6 euro) La corte dei miracoli è un libro molto leggero, si compone di poco più di cinquanta pagine, ognuna contenente un brevissimo racconto, quasi una fotografia, che ritrae personaggi diversi, scorci diversi di una città popolata da fantasmi, poveri, demoni e santi. Non ci sono riferimenti geografici, non ci sono nomi né date: tutto viene lasciato sospeso in un'epoca senza tempo, in un limbo tra veglia e sogno, dove non si capisce mai quale sia davvero il confine tra ciò che l'autore descrive e ciò che invece immagina, tra ciò che vive e vede, e ciò che invece immagina soltanto. È questa una scelta consapevole, come risulta chiaro sin da una prima rapida scorsa alle storie: tutte sono studiate per lasciare quel mistero, quell'alone di magia che le avvicina alle favole, elevandole a poesia anche quando si ispirano a realtà di decadenza e bassezza morale. Il soggetto narrante è l'autore stesso, che racconta in ogni pagina qualcosa che ha visto: di lui si scopre tuttavia ben poco, nonostante questo. La narrazione è oggettiva, infiorata di ritocchi e accorgimenti tecnici e metrici, ma quasi mai estesa fino ai sentimenti dell'io narrante. L'autore, del resto, non si presenta che con uno pseudonimo, un "nickname" shakespeariano, e non ci regala neppure due righe di biografia sul retro della copertina. Questo è un testo che va trattato più come una raccolta di poesie che come narrativa. Vanno apprezzati i termini, la costruzione spesso ricercata, spesso inusuale delle frasi e dei paragrafi, che tende, come tutto, a emozionare, toccare, comunicare le emozioni nel modo più forte possibile. Di particolare rilevanza, nell'insieme dei racconti brevi, sono a mio avviso "L'ultimo bacio" e "La corte dei miracoli" (che dona il titolo alla raccolta): costituiscono il primo e l'ultimo elemento del libro e sono dotati di una forza evocativa e di un repertorio d'immagini di rara forza ed espressività. Anna N.
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