Cécile Coulon,
La casa delle parole (traduzione dal francese di Tatiana Moroni)
Attraverso lo sguardo di un Agente speciale analfabeta puntato su spettatori in preda a fremiti incontrollati in occasione di letture pubbliche, la narrazione si dipana alternandosi a pagine di misteriosi appunti non datati: così questa distopia procede come storia semplice e avvincente che parla di controllo sociale e potere, di parole e libri, di crisi e derive, di emozioni e proibizioni, di negazione e affermazione del mondo e di sé.
Giulio Pianese, ovvero
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pubblicato da Giulio Pianese alle 13:57