Letture e riletture |
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14.6.07
Recensione inviata da Matteo Ferrario Dennis Cooper, Troie, 2007 (traduzione di Stefano Tummolini) Il mito nasce su una mailing list: Dennis Cooper tra epica e pornografia Nel suo nuovo romanzo, Dennis Cooper dimostra di meritarsi ampiamente le credenziali di scrittore nato riconosciutegli da Burroughs. Come nel più convenzionale Frisk, il territorio esplorato in Troie è ancora una volta al crinale fra pornografia e prostituzione nella comunità gay americana, ma stavolta la particolarità sta nell'aver scelto le molte voci di visitatori di un sito di escort come interfaccia tra chi legge e la realtà - mutevole, illusoria, in costante divenire come i protagonisti. Il testo alterna parti interamente costituite da recensioni online di un misterioso escort di nome Brad con un forum in cui si confrontano le più disparate teorie su di lui e l'altrettanto oscuro Brian, suo fidanzato/agente con fantasie omicide. In un formidabile gioco di specchi, Cooper salta da una sfaccettatura all'altra della verità sui due personaggi attraverso gli interventi sempre più stravolti e deliranti degli iscritti alla mailing list, in una spirale di mitomania che priva il lettore di punti di riferimento, perché dietro i nick dei partecipanti si aprono in continuazione microstorie in grado di ribaltarsi e invalidarsi a vicenda. Il processo che coinvolge l'identità e il volto di Brad è quello ben noto attraverso il quale, tra dicerie, menzogne e spizzichi di verità, prende forma un mito. La traccia si fa a tratti più sfocata e contraddittoria, a tratti più chiara, ma vale la pena anche di perdersi per poche pagine nei meandri spassosi di una community i cui membri - non di rado professionisti di successo dall'immagine irreprensibile - si danno appuntamento sul set di uno snuff movie o si staccano dal sito principale per aprire un forum tra chi sogna di uccidere un membro dei Backstreet Boys, non senza il plauso di qualche appassionato di musica. In Troie si mescolano i registri del thriller più cerebrale con scene splatter efferate. Sadico quanto scaltro, Cooper si affida all'onnipresente humour per rendere il tutto sopportabile, ma è la felicità della scrittura a rimanere sempre in primo piano. Matteo Ferrario
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