Letture e riletture |
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30.7.04
Recensione inviata da Vincenzo Della Mea
Un mondo meraviglioso di Vitaliano Trevisan (Einaudi, 2003) Il primo romanzo di Vitaliano Trevisan, uscito nel 1997 per Transeuropa (e quindi introvabile), è stato recentemente restituito ai lettori da Einaudi, che l'ha ristampato nella collana Stile Libero. Leggere Un mondo meraviglioso dopo i bei lavori successivi di Trevisan è un'esperienza strana. Viene infatti da leggerlo come seguito, mentre è il suo primo romanzo, dove sperimenta linguaggio e forme che applicherà poi in ciò che però capita di avere già letto in forma compiuta. In questo romanzo breve si trova infatti già il marchio che caratterizza tutta la sua produzione: il flusso di coscienza ricalcato nettamente e apparentemente senza mediazioni da Thomas Bernhard è lì, come ne I quindicimila passi e come nei racconti di Standards vol.1. L'amore per la musica, e per il jazz in particolare, fa da traccia anche a questo romanzo, come ai racconti di Standards (per inciso, anche il sottotitolo di Un mondo meraviglioso è "Uno standard"). L'ossessione per le ossessioni si nota in questo romanzo esattamente come ne I quindicimila passi, dove diventa però più centrale e definita. Thomas, protagonista di questo romanzo, cammina molto: cammina e conta i suoi passi pure il protagonista de I quindicimila passi. Queste le similitudini più evidenti, che danno l'idea più che di ripetitività, di forte legame coi temi e le scelte stilistiche ricorrenti. Un mondo meraviglioso è però meno maturo dei lavori successivi di Trevisan. Manca forse il preciso meccanismo che ne I quindicimila passi diventa una trama avvincente degna di un giallo, e questo, secondo me, rende più fine a se stesso l'apparato linguistico e stilistico utilizzato. Chi ama Trevisan troverà comunque conferma delle sue qualità, e vale la pena leggerlo se non altro per curiosità filologica; chi non lo ama, non troverà motivi per cambiare idea. Chi non lo conosce, legga (prima, o anche) I quindicimila passi, che è molto bello. Vincenzo Della Mea
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