Recensione inviata da Sabina Moscatelli
Ho appena terminato di leggere l'ultima fatica letteraria di
Massimo Carlotto, dal titolo
L'oscura immensità della morte (edizioni e/o). Com'è nel suo stile, il libro è a tratti brutale, duro e cinico. L'intreccio noir in questo volume è quasi un pretesto, perché i temi trattati sono davvero universali. Si parla del perdono, del dolore, della sofferenza fisica e morale. Soffre di più l'ergastolano o colui che si condanna a un'esistenza di solitudine e anestesia affettiva? Sullo sfondo di un'Italia lacerata da contraddizioni, ipocrisie e facili schieramenti, Carlotto invita inoltre a riflettere sul carcere, sulla pena, sul significato della detenzione e, non ultimo, sulla giustizia. Insomma, un libro che si legge d'un fiato e che fa pensare.
Sabina
pubblicato da Giulio Pianese alle 15:35