Letture e riletture


12.8.03
Recensione inviata da Latte & fiele
Di tutti i mali che il colonialismo ci ha portato, il più subdolo è stato il "sogno d'amore".
Affermazione delle donne somale al Forum Migranti e Native. Roma, 1997.
Maria Cristina Fedrigotti, Sogni d'amore, Edizioni Energy - ISBN 88-88244-09-3
È un mosaico di sentimenti e contraddizioni, quello che ci ha regalato Maria Cristina Fedrigotti. Dopo lo splendido ed incredibilmente maturo esordio con A cosa stai pensando, arriva Sogni d'amore edito da Energy.
Il primo racconto, Alba, ha vinto lo scorso anno il premio Teramo. Ma Alba è solo l'inizio, l'aurora di una più complessa rete di rapporti e di illusioni, di incantesimi e di speranze, che hanno come perno storie di donne.
Donne in un impianto narrativo forte e capace di sorprendere, coeso eppur prismatico. Donne un po' in là nel tempo, quasi che il contesto storico e culturale più timido possa fungere da alibi, sino a giustificarne l'ingenuità. Donne riscattate forse oggi dal personaggio di Chiara, che sembra voler fare da contraltare alla sconfitta emotiva di chi l'ha preceduta. L'hanno preceduta storie diverse, raccontate con voci toccanti e personalissime, che anche stavolta denotano la completa capacità di mimesi linguistica dell'autrice, che sembra sciogliersi, scomparendo nelle voci delle sue donne. Voci che a loro volta sprofondano nel loro tempo, nei ricordi, in un'immagine di femminilità che sembra voler essere congelata per non cedere il passo alla vecchiaia.
Sentimenti, sogni d'amore, totalizzanti e distorti. Di quelli che alzano la soglia del dolore. Perché la vita con l'uomo che si ama è privilegio, grazia ricevuta, e il tradimento un prezzo giusto da pagare. Il dolore diventa allora una prova di appartenenza che non può mai condurre al disincanto.
Il riscatto, quello di Chiara, quello della nuova generazione, porta lontano dai sogni d'amore, dalle illusioni che hanno ferito le donne. Una nemesi, nell'intenzione di Maria Cristina Fedrigotti, che lancia Chiara verso un futuro più consapevole, senza rinnegare la forza d'animo delle protagoniste e rispettandone la sofferenza.
Latte & fiele




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