Letture e riletture


26.5.03
Recensione inviata da Carlo Annese
Mondo Blog de La Pizia. Un libro pieno di emozione, vissuto, intimo e umano appunto. Un libro onesto, in cui non traspare mai un calcolo o una provocazione, com’era invece per Diario di una blogger di Francesca Mazzucato: né dietro l’idea di scriverlo, tanto meno dietro la volontà di aprire il weblog che ha reso famosa l’autrice (è raccontata quasi per caso: “La cicogna arrivò il 28 marzo 2001, portandomi in dono il mio primo, tanto atteso, piccolo blog”).
Non conosco La Pizia, non sono citato nel libro né i nostri blog sono vicendevolmente linkati fra i preferiti. Anche per questo non mi sembra il caso di scomodare paragoni roboanti con Hemingway o Verga o di indicare Mondo Blog fra i primi capolavori di un eventuale NeoVerismo tecnologico, come ha fatto Marie Marion. Ma ne riconosco comunque il valore. È un libro generoso, genuino, che unisce dettagli tecnici e momenti di vita vissuta, network di rete e relazioni sociali, sia pure con qualche discontinuità che un buon editor avrebbe potuto evitare, sempre con la stessa capacità di tenere alta l’attenzione, già caratteristica del weblog da cui trae spunto. Perché, come scrive la stessa Eloisa, il bello del blog non è nella tecnica, e nemmeno nella straordinarietà dei contenuti. […] I blog sono un ritorno al minimalismo. Contro la pomposità dei siti web che la new economy ha voluto vuoti e asettici, i blog parlano la lingua di casa, raccontano cose familiari, sono disinteressati e senza secondi fini.
Ma per parlare questa lingua, è necessario che sia elaborata. Trovo una straordinaria coincidenza con alcuni miei vecchi post, quando La Pizia scrive che il blog non è un semplice diario ma è il risultato di un artificio narrativo (il che vale anche per i siti non diaristici). Si scrive un blog sapendo di essere letti, quindi essendo consapevoli di dover catturare e conservare l’interesse di chi lo frequenta. In che modo? Ricorrendo a una dissimulazione della realtà, che è l’arte dello scrivere, e trasferendo in forma leggibile e veritiera l’urgenza della comunicazione che molti di noi sentono.
Tra gli strumenti di questa arte, c’è soprattutto il senso della misura, l’abilità di rendere pubblico ciò che è privato senza alterare la verità e incidere nei rapporti interpersonali. Il rischio è consistente, essendo insito nella natura spersonalizzante della tecnologia. La Pizia non concepisce questo rischio, poiché umanizza la Rete e i blog. Lo confermano le citazioni di altri blogger, l’idea che traspare di una condivisione di sentimenti e di contenuti, di una comunità effettiva che si sviluppa dietro e attraverso questi siti. Ma ne fa fede soprattutto l’ultimo paragrafo, dedicato al quartiere di Roma nel quale vive l’autrice: uno scarto improvviso, intenso. In apparenza, non ha nulla a che vedere con i blog e invece li inserisce in una geografia umana reale, come piccole o grandi tracce su una mappa che ha ben poco di spersonalizzante e di virtuale.
Carlo Annese




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