Letture e riletture


8.5.03
Contributo inviato da Giallo diVino
Me la ricordo in spiaggia l'impressione dei segni sulla pelle, giù in Calabria. Stavamo dalle parti di Soverato e mischiati con le famiglie, i turisti stranieri in vacanza, un sacco di ragazzi e ragazze prendevano il sole con le fasciature, i gessi, i cerotti larghi e spessi, e cercavano di ammorbidire gli occhi neri con l'abbronzatura. Era l'estate del 2001, l’estate del G8, quella. Ce la siamo dimenticata presto, perché poi è arrivato l’autunno dell’undici settembre, e poi una guerra e un’altra guerra. Per non dimenticare – come usa dire in queste occasioni – si può comprare qualche libro che rievoca quei giorni (uno scritto di getto, molto bello, è Non lavate questo sangue di Concita De Gregorio) oppure conviene acquistare un romanzo, I segni sulla pelle di Stefano Tassinari.
L’autore costruisce la storia intorno ad una sparizione misteriosa. E chi era a Genova quei giorni, a partire dal venerdì pomeriggio, il giorno della morte di Carlo Giuliani, se la ricorda bene la voce che circolava. Si diceva che un’altra ragazza era morta, una giovane spagnola messa sotto da una camionetta della polizia. Ma nessuno sapeva di più. Caterina è una giovane giornalista, inviata per la prima volta fuori dalla sua Bologna per raccontare il G8. E insieme ad una collega di Radio Gap, e all’ex fidanzato, prova ad indagare sulla sorte della ragazza in mezzo ai casini di quei giorni.
Il romanzo di Tassinari scorre via veloce, e segue l’andamento a spirale della settimana genovese. La manifestazione dei migranti, il concerto di Manu Chao, le cariche, i lacrimogeni, la morte di Carlo Giuliani, la Diaz. Paura, disincanto ed entusiasmo sono mischiati, Tassinari descrive bene il terrore di chi viene pestato a freddo dentro una stanza grigia da due uomini mascherati. E poi c’è l’investigatore buono, ma anche quello cinico e figlio di puttana, magari sono un po’ da cliché, ma comunque utili alla narrazione. I dialoghi nella prima parte del romanzo, l’incontro di Caterina con l’ex ragazzo, sono un po’ troppo in “italiano letterario”, distanti dal modo di parlare di due ragazzi di quell’età. Ma insomma chissenefrega. Leggetelo.
Nicola




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