Letture e riletture


13.10.02
Segnalazioni inviate da Francesca Marchei
L'autore più sconcertante e stilisticamente più intrigante che mi sia capitato di leggere è senza dubbio l'inglese Rupert Thomson. L'ho scoperto per caso: curiosando in libreria tra i volumi in inglese, ho scelto Soft, un romanzo che si è rivelato estremamente originale, sia per il tema - i meccanismi occulti della pubblicità - sia per il modo in cui è scritto.
Lo stile unico di Thomson, ricco di dettagli e incredibilmente efficace nelle descrizioni di ambienti e stati d'animo, l'ho apprezzato ancora di più nel secondo libro che ho letto, The book of revelation (in italiano, A nudo, Passigli, trad. Chiara Gabutti). È la storia di un ballerino di talento e di successo che esce di casa, ad Amsterdam, per comprare le sigarette alla sua donna, e viene rapito. L'esperienza cambia ovviamente tutto il corso della sua vita, e soprattutto il suo modo di percepire e vivere i rapporti con gli altri. Uno dei commenti in quarta di copertina descriveva il libro come intellettualmente intrigante e visceralmente avvincente, e non potrei trovare parole più adatte. Non crea solo tensione e curiosità, come un classico ''giallo'', ma coinvolge il lettore forse più di quanto un lettore medio non voglia generalmente lasciarsi coinvolgere, rendendolo profondamente partecipe degli eventi e delle impressioni vissute dal protagonista. Le atmosfere sono sempre magistralmente costruite, non ci sono cadute di ritmo o vuoti di trama, si ha l'impressione che non ci sia una sola parola mancante o di troppo, e che l'autore riesca a dosare gli effetti con grande sensibilità.
Anche The insult, sempre di Thomson, ripropone una vicenda quanto mai curiosa. È la storia di un uomo che diventa cieco dopo che un ignoto aggressore gli ha sparato alla testa. Per quanto il suo medico non gli lasci nessuna speranza, a un certo punto lui ricomincia a vedere, e la trama si sviluppa in un clima sempre in bilico tra ironia e angoscia, speranza e disperazione, ineluttabilità del destino e potere della volontà individuale.
Un piccolo avvertimento: nelle critiche, l'aggettivo più ricorrente è ''disturbing'' e non è un caso: i libri di Thomson effettivamente turbano e disturbano, catturano e trascinano, coinvolgono e sconvolgono, e soprattutto non prevedono un rassicurante finale chiuso. Ma chi ''rischia'' non resta deluso.
Francesca




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