Letture e riletture


24.9.02
Parlando di libri e film, anzi, di libri e cinema, una menzione speciale va a un testo un po’ particolare, visto che si tratta dell’intervista di un regista a un altro regista:
Il cinema secondo Hitchcock di François Truffaut (tradotto in italiano da Giuseppe Ferrari e Francesco Pititto).
È un’opera la cui importanza per la storia della critica cinematografica si può già misurare dalla considerazione nella quale solo dopo questa pubblicazione cominciò a essere tenuto Alfred Hitchcock, che in precedenza non veniva preso molto sul serio. Ma è soprattutto un grande libro sul cinema, frutto di lunghi e circostanziati colloqui tra due artisti consapevoli degli strumenti della propria arte.
C’è un passaggio in cui questo atteggiamento viene esemplificato splendidamente: si sta parlando del film La finestra sul cortile (con James Stewart e Grace Kelly)...
F.T. …la tecnica narrativa del film è eccellente. Si parte sul cortile addormentato, si passa sul viso di James Stewart che suda, sulla sua gamba ingessata, poi su un tavolo dove si vede la macchina fotografica rotta e una pila di riviste; sul muro, si vedono delle foto di automobili da corsa che si capovolgono. Solo in base a questo primo movimento della macchina da presa veniamo a sapere dove siamo, chi è il personaggio, qual è il suo mestiere e quello che gli è capitato.
A.H. È l’utilizzazione dei mezzi offerti al cinema per raccontare una storia. Mi interessa di più che se qualcuno avesse chiesto a Stewart: “Come si è rotto la gamba?”. Stewart avrebbe risposto: “Facevo una fotografia di una corsa automobilistica, una ruota si è staccata e mi è arrivata addosso”. Non è vero? Questa sarebbe la scena banale. Per me, il peccato capitale di uno sceneggiatore consiste, quando si discute una difficoltà, nell’evitare il problema dicendo: “Giustificheremo questa cosa con una riga di dialogo”. Il dialogo deve essere un rumore in mezzo agli altri, un rumore che esce dalla bocca e dai personaggi le cui azioni e sguardi raccontano una storia costruita attraverso immagini.
Per gli appassionati il testo si presta a una lettura godibilissima, ma risulta altrettanto valido come preziosa opera di consultazione.
Giulio Pianese, ovvero Zu



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