Letture e riletture


24.9.02
Contributo inviato da TulipanoGiallo
Raymond Queneau, Exercices de style
All'indomani della fine del conflitto mondiale, nel 1947, Raymond Queneau pubblica il suo capolavoro, Exercices de style. È un libro che sembra interamente costruito come un divertissement, ma che è molto più di questo. Andiamo con ordine.
Queneau, autentico funambolo della lingua e del linguaggio, riscrive un unico testo più volte, ben 99, utilizzando stili diversi, così una stessa vicenda assume, nelle forme diverse del racconto, nuovi significati, nuove originalità. L'avvenimento è banale: in un autobus un uomo di giovane età, dotato di un collo troppo lungo e di un cappello ridicolo ha una discussione con un altro passeggero; dopo qualche ora ricompare in un altro posto e la persona con la quale sta conversando gli suggerisce di spostare un bottone del suo soprabito. Questa microstoria viene destrutturata, sezionata, stravolta, e infine ricomposta secondo 99 cifre stilistiche diverse: ad esempio in stile ampolloso, volgare, telegrafico, filosofico, scientifico, gastronomico, olfattivo, visivo, metaforico; oppure a ritroso o mutando più volte il punto di vista del narratore, in forma di lettera ufficiale, comunicato stampa, sonetto, breve commedia in tre atti.
Queneau mostra di aver fatto propria la lezione di Valéry, spingendosi alle estreme conseguenze di una visione iperlinguistica della letteratura, e intrecciando il discorso scientifico a quello narrativo, e così facendo, grazie all'artificio e alla bizzarria del gioco apparentemente fine a se stesso, compie in fondo un esperimento molto serio: sonda le potenzialità di una lingua e delle sue convenzioni letterarie. Lo stesso Italo Calvino disse a proposito delle invenzioni verbali di Raymond Queneau, che "Stabilire un confine tra esperimento e gioco è sempre stato difficile", ed in effetti l’autore francese, che usa l’esercizio di stile come una Variazione Goldberg bachiana, riduce il tecnicismo metalinguistico a una dimensione quotidiana e al tempo stesso diverte. Nell’edizione italiana dell’Einaudi, inoltre, il gustoso libro si arricchisce di un elemento in più, l’abilità e l’estro di Umberto Eco che approfitta dell'occasione non limitandosi ad una impeccabile traduzione, ma facendone un banco di prova per se stesso, superando il "maestro" in diversi punti. Del semiologo italiano è anche l’introduzione e la quarta di copertina del volumetto, e per i “puristi”, l’interpretazione di Eco è affiancata al testo originale in francese. Gli "esercizi" oltre ad essere piacevoli e divertenti da leggere sono un riferimento fondamentale per chi si confronta con la scrittura e con la lingua, sia per mestiere che per passione.
Rosy




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