Letture e riletture |
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impressioni o le proprie emozioni. |
8.8.02
Riflessione inviata da RDF
Anch'io vorrei parlare di un libro, uno dei primi che ho amato, uno di qui libri che puoi leggerli anche 1000 volte ed ogni volta ti lasciano un'emozione nuova, un particolare che ti era sfuggito, una carezza per l'anima, un sorriso per il cuore. Quante volte sarei voluto essere lì con il Piccolo Principe per spiegargli che gli uomini purtroppo sono incapaci di vedere l'elefante dentro il boa....gli uomini riescono solo a vedere cappelli, forse come metafora del coprirsi, del nascondersi dalle proprie paure, dalla paura di "aver dimenticato di essere stati bambini anche loro", dalla paura ben più triste del commuoversi, del lasciarsi stupire dalle piccole cose. Gli uomini hanno dimenticato il sapore salato delle lacrime. Che siano di dolore o di gioia. Abbiamo perso tra le strade spesso disastrate dei nostri anni incerti, il coraggio di sederci ad un tavolino e di iniziare a fare il riassunto della nostra vita, a riscoprire fotografie di giorni che non ricordavamo nemmeno più, facce, parole, odori che un tempo erano sogni, speranze, certezze e che adesso sono solo miraggi in un deserto di fretta e di noia, stelle che brillano e che siamo incapaci di vedere. E avrei voluto conoscere anche la volpe, per farmi spiegare quando incontrerò una persona "da addomesticare" e che "sappia addomesticarmi"...e dove mai sarà finita la mia rosa, quella rosa che tutti noi in un modo o nell'altro teniamo rinchiusa dentro qualche campana di vetro al riparo dal gelido vento della insensibilità e dell'approssimazione umana. Il colore del grano, come simbolo del ricordo, dell'incapacità di obliare un sentimento talmente forte, della resistenza di noi, esseri umani "fragili" di non dimenticare mai, di cercare di non essere dimenticati, di fare in modo da non dimenticare mai di essere stati bambini. È come quando da bambini ci siedevamo sulla riva del mare e pensavamo che quell'azzurro non finisse mai. Vorrei ancora avere il sapore di quel sale, salato come le lacrime di gioia piante sotto un albero di natale illuminato da duemila piccole luci e da due occhi che brillavano commossi quando mamma e papà mi lasciavano scartare i regali, e di quel sorriso ingenuo che mi rendeva felice, piccolo principe insabbiato alla ricerca del suo pianeta lontano. Remo De Fabritiis - Pescara
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